Curriculum Vitae
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Crossroads - progetto M.I.T. (Musica In Teatro)
"Crossroads" è uno spettacolo teatrale di circa un’ora e mezza che alterna performances musicali e monologhi recitati, legandoli all’interno di una narrazione coinvolgente e storicamente accurata. Il testo è assolutamente originale. Lo spettatore viene introdotto al mondo del Blues attraverso un dialogo continuo fra i testi delle canzoni, le musiche e la recitazione, che sfruttano le potenzialità del proprio specifico linguaggio per costruire atmosfere e significati ancora oggi estremamente attuali. Partendo dal contesto afroamericano della prima metà del ‘900, di cui questo genere musicale è stato espressione fondamentale, si percorrono le biografie di due grandi musicisti, Robert Johnson e Billie Holiday, attorno ai quali prendono corpo la storia del Blues e delle rivendicazioni per i diritti civili dei neri. I due artisti non sono stati scelti a caso e permettono uno sguardo diacronico sul Blues, partendo dalle sue origini grezze, sporche, quasi stonate; per arrivare a un prodotto musicale molto più complesso e consapevole. Crossroads racconta di un mondo lontano, eppure capace di porci di fronte a sfide più che mai attuali: si pensi al movimento Black Lives Matter e alle insanate contraddizioni del mondo americano, e occidentale tutto, circa la questione razziale; o, in campo musicale, al terreno fertile che ancora oggi il Blues rappresenta per tante band e compositori. Nel file allegato una brave presentazione del testo attraverso alcuni estratti dall'opera.
Messaggeri di Jazz - progetto M.I.T. (Musica In Teatro)
Lo spettacolo teatrale "Messaggeri di Jazz", completamente originale, si costruisce su di un doppio canale comunicativo, che alterna performance teatrale e musica. La narrazione lega questi due linguaggi artistici attraverso la storia inventata di un migrante italiano dei primi del ‘900, che giunge negli Stati Uniti ancora bambino, dopo un “viaggio-speranza” molto simile a quello di tante donne e uomini ancora oggi costretti a lasciare il proprio Paese. La voce che racconta è quella del nipote, ritornato nella casa del nonno dopo la sua morte. Si crea così una doppia rievocazione, che è insieme commiato e persistenza del ricordo: da un lato il panorama jazzistico del tempo, di cui vengono offerti anche alcuni brevi excursus storici attraverso i brani degli artisti più rappresentativi; dall’altro la vita del nonno del narratore, morto da poco, e la Storia del primo ‘900. Lo spettacolo si muove fra tempi e luoghi distanti fra loro: dagli USA dell’amicizia del nonno con Art Blakey, al ritorno in un’Italia ormai divenuta fascista e prossima alla guerra; dal razzismo statunitense, a quello europeo; dall’infanzia mitica vissuta oltreoceano, a quella, forse meno mitica, ma non meno commovente, del narratore, bambino introverso, che, in favore della musica e delle fiabe, rifiuta il boom economico e le prime avvisaglie di un capitalismo sempre più consumistico, votato all’usa e getta. Emerge così il complesso rapporto che intercorre fra la Storia umana e quella dei singoli individui, che da questa Storia vengono travolti e poi depositati sulla riva. Il lavoro, oltre a inserirsi in un ideale trittico sulla storia della musica afroamericana (M.I.T. ha nel suo repertorio anche uno spettacolo sul Blues e uno sul Soul), presenta evidenti agganci con l’attualità: da un lato il razzismo, la violenza, il dramma delle migrazioni e dell’emarginazione sociale; dall’altro la speranza, il riscatto, la capacità di sognare un mondo diverso e di dargli corpo attraverso l’arte. Nel file allegato una brave presentazione del testo attraverso alcuni estratti dall'opera.
Solo Soul - progetto M.I.T. (Musica In Teatro)
"Solo Soul" è uno spettacolo teatrale completamente originale, che alterna la recitazione alla musica dal vivo e che s’inserisce in un ideale trittico sulla storia della musica afroamericana (M.I.T. ha, all’interno del proprio repertorio, anche uno spettacolo sul Blues e, in via di allestimento, uno sul Jazz). La narrazione lega la performance attoriale alle canzoni attraverso la storia inventata di un barista e dei clienti che frequentano il suo locale; è l’Italia dei primi anni 2000: sullo sfondo di un bar qualsiasi di una qualsiasi città, i personaggi si alternano aprendo uno squarcio sulle proprie vite e mostrando il disagio sociale e le difficoltà personali che si possono nascondere dietro gli occhi del vicino di casa o fra le pieghe dei vestiti di chi ci siede accanto. Lo spettacolo procede su di un doppio binario, con le vicissitudini degli avventori che diventano l’occasione per raccontare la vita di alcuni fra gli artisti più rappresentativi del genere Soul (da Ray Charles, a Nina Simone; da Sam Cooke, ad Aretha Franklin), attraverso una ragnatela di affinità elettive sapientemente tessuta dal padrone del locale. Temi come la violenza di genere, le migrazioni e il carcere vengono affrontati grazie al delicato racconto dei clienti e “messi in musica” con i brani che costellano la rappresentazione e che a questi temi si ricollegano, più o meno direttamente. Gli spettatori possono così avvicinarsi alla storia del Soul attraverso alcuni dei suoi maggiori interpreti, senza mai perdere di vista l’essere umano che si cela dietro ogni racconto, ogni star, ogni individuo, rendendo quindi evidente il profondo e ancestrale legame tra musica, vita, bisogno di raccontare e ascoltare storie. Nel file allegato una brave presentazione del testo attraverso alcuni estratti dall'opera.
Un giorno qualsiasi - racconto
"Un giorno qualsiasi" è un racconto che nasce dall’urgenza di prendere posizione in merito alla guerra in corso nella Striscia di Gaza. Commissionato da un’associazione di volontari di Bergamo, Monza-Brianza e Milano, impegnati nel sostegno umanitario alla Palestina, è stato oggetto di alcune reading di raccolta fondi. Il testo, pur basandosi su di un’accurata documentazione che lo rende più che verosimile, è inventato e nessuno dei personaggi menzionati è realmente esistito o vivente. Nel file allegato una brave presentazione del racconto attraverso alcuni estratti.
Vita d'altri - racconto
I programmi del palinsesto televisivo italiano che seguo assiduamente si contano sulle dita di una mano, e li recupero sempre rigorosamente dal web, visto che non possiedo una tv. Tra questi, "Report" rappresenta il mio settimanale appuntamento con quella porzione angosciante di “realtà” che spesso tendiamo a nascondere e nasconderci. Se lo racconto qui è perché proprio da una delle puntate del programma è nato "Vita d’altri", breve prosa che affronta il tema degli allevamenti intensivi assumendo un punto di vista straniante giocato sull’equivoco. Nel file allegato una brave presentazione del racconto attraverso alcuni estratti.
Lavoriamo con la voce...
Se vuoi conoscere la mia voce, qui puoi ascoltare: - una brevissima demo dove alterno generi testuali diversi; - una puntata del podcast del FAI "Narrate, gente, la vostra terra" (la trovi a questo link: https://open.spotify.com/episode/2CgkSLgkqaeuYpWN7EcVws ). Voce e testo sono miei, sono stati selezionati all'interno del concorso che dà titolo al podcast e a cui ho partecipato nell'estate del 2024
Tra i progetti con cui collaboro, ti segnalo "Musicamente", non solo perché ne ho curato sito e testi, ma anche perché è qualcosa in cui credo molto, per il valore artistico delle proposte e per quello umano delle persone che vi prendono parte.
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